Chiapas-Trieste: biglietto andata e ritorno!

6 maggio 2011 ore 02.30 della notte, inserisco le chiavi nella toppa della porta, entro, mollo lo zaino a terra ed assaporo nuovamente l’odore di casa mia. Il mio in compenso non è un gran che… però per il viaggio mi ero salvato vestiti puliti… peccato che dall’ultima doccia siano ormai passati quasi 3 giorni! Le mie donne sono a pochi metri, in camera, sono sveglie… è ora di mangiare, le abbraccio, è ufficialmente terminata anche questa avventura.

14 aprile 2011 ore 16 e 30 del pomeriggio, sto camminando per casa guardando l’orologio… Giusto doveva esser qua 1 ora fa! Non abbiamo tanta fretta, in fondo dobbiamo solo andare a Padova a casa di Cesco ma in ogni caso mi sto già innervosendo… ma è mai possibile? Sì, lo è e non c’è nulla da fare! Sarebbe l’unico che farebbe attendere la sposa all’interno della chiesa o del comune, originale no? Alle 20 e 30 siamo a Padova pronti per la cena, un’ora dopo siamo immersi in una lezione di geologia, “una” birra, i saluti e già sento la sveglia che ci chiama. E’ ora, muovetevi!

Il Chiapas ormai lo vivo come un posto familiare e più lo conosci, più lo apprezzi, lo ami, lo vivi.

Il Rancho EL ARCO è un posto fantastico se non fosse per la presenza di tarantole che ti camminano sulla caviglia alla sera, adesso forse qualcuno ha capito perché quando “vado in bagno” non sto mai nella stessa posizione per più di un minuto!

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Abbiamo una Cueva enorme a 2 minuti di cammino con qualche km di sviluppo, una traversata e un sifone nuovo di zecca appena esplorato che porta in altrettanti ambienti nuovi e giganteschi… e pensare che io ero contento di abitare a 5 min. di macchina dalla Skilan! Lo sono ancora comunque… In realtà qua sei circondato da grotte, da sotani, da laghi, da fiumi… e qualcuno vorrebbe farci una teleferica per vomitare turisti con cappello e reflex stampata sui loro petti gonfi… altro che TAV… ma noi siamo sempre fiduciosi che l’intelligenza da un lato e qualche anarco-rivoluzionario zapatista dall’altro facciano ragionare chi di dovere!

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Il Canyon del Rio La Venta non è molto distante e ci attende da qui a pochi giorni insieme ai suoi 14 km di grotta… la magia di questa cueva non sono i suoi km di sviluppo o la sua traversata ma quello che sta in mezzo… tutto quello che uno speleo potrebbe o vorrebbe incontrare durante una progressione, là lo trova! Gallerie freatiche, saloni enormi, fiume, pozze, sifoni, teleferiche, sabbia, forra, cascate, traversi… insomma qualsiasi cosa che può portare ad un’overdose di piacere e bellezza. “Un Sogno” appunto, i primi esploratori non potevano trovare un termine migliore. Spiegarlo adesso la trovo un’impresa impossibile! Come mi riesce difficile spiegare la magia di dormire sul Rio La Venta sotto le stelle e con la pancia piena di pesce alla griglia e svegliarmi tra 2 pareti mozzafiato dove in mezzo ancora mi immagino questo canotto degli anni 80 di origine sovietica che con rispetto scendeva il rio a cui la speleologia internazionale deve tanto!

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Il Rancho Montecristo che ho rivisto dopo 2 anni stimola ulteriormente tutti noi, proveniamo già da 2 traversate ma non scoperte da noi ovviamente, solo “semplici ripetizioni” per così dire, quindi perché non approffittare di questo angolo di paradiso per trovarne noi una terza… ed anche acquatica! Chissà Giusto cosa starà facendo – mi chiedo ogni tanto – spero che anche lui trovi qualcosa… sto gongolando, ignaro del fatto che oltre a evitare serpenti in fondo ai pozzi e trasformarsi in TTT (Trieste Trasporti Tarantole) a sua insaputa, l’altro gruppo probabilmente sta ponendo le basi per le esplorazioni dei prossimi anni in una zona del Chiapas ( La Florida) ancora vergine! Non sanno più in quale grotta entrare per primi, quale armare, quale rilevare, quale quale quale… date un po’ di naloxone ai nostri esploratori… ormai sono strafatti di scoperte! Io nel frattempo vinco una dura battaglia per una parte del territorio con un tacchino che aveva addirittura quasi osato attaccarmi, faccio amicizia con la gallina che ha scambiato il mio abside per pollaio durante la notte… ma ci guadagno, almeno oltre a defecare ogni tanto mi lascia anche un uovo! Continuo a parlare con le 2 bambine che vivono accanto a noi, io mi esprimo in italiano e loro rispondono in spagnolo e viceversa: il dialogo è stupendo ma dopo aver creduto che il sogno della loro vita è fare la velina capisco che al mio rientro in Italia devo assolutamente iscrivermi ad un corso di spagnolo… così non si può andare avanti!

Fa caldo, troppo caldo così dopo 2 settimane nella foresta, Kaleb ci porta “al fresco” in un ghiotto inghiottitoio e là veniamo a sapere che anche il sert ci ha abbandonato… drogati! Ma come si fa… pozzi, meandri, gallerie fossili e a meno 260 un rio che scorre in direzione del Canyon del Sumidero… Ci si infila in ogni buco… non di quelli a cui noi siamo abituati, macchè! Ho controllato sul dizionario che Giusto aveva dietro, la parola strettoia non esiste in spagnolo! Infatti sul suo dizionario personalizzato  troviamo solo frasi a sfondo sessuale ma di basso livello e per giunta per sfigati…”Lo siento no se me para… no te preocupes lo hago yo!”,  -“Mas fuerte, mas soave, mas rapido, no pares, ay dios que rico”. Dà la colpa a Giuly e Fabio… poverini! Corro sul fiume come una checca isterica ogni tanto controllando che Cristian sia ancora sveglio con respiro e polso presenti… niente da fare… la cueva sigue! Questo è un segno premonitore… qua bisognerà tornare..

Alla fine della terza settimana i miei 5 sensi sono in delirio… non so più dove guardare…(qualcuno addirittura asserisce che di notte dopo 16 ore di grotta ho visto animali dalle lunghe code che guardandomi salivano su un albero… dottore è vero!), ho sentito suoni che mi hanno cullato per giorni, ho mangiato canna da zucchero e bevuto dalle liane, gli odori poi… anche se quelli a volte si confondevano con i nostri… però toccavo solo quello che conoscevo! Abbiamo provato a battere il record di uomini su un pick up ma arrivati a quota 25 ci siamo accontentati, abbiamo scoperto che ormai il pissing fa parte del  nostro passato grazie agli insetti che urinavano sulle nostre teste, abbiamo provato ad ammazzarci per prendere una noce di cocco da un albero… NON matura! Qualcuno fra noi ha cercato di testare l’altezza di un pozzetto con caduta di un grave… cioè il suo corpo… Abbiamo fatto una scommessa con Montezuma e solo lo scrivente ha vinto… ma il regolamento prevedeva il 50%più uno! In cima ad una piramide Maya abbiamo anche sacrificato una vergine strappandole quei vestiti da peccatrice… a Città Del Messico abbiamo mangiato in un baracchino lercio dove un uomo grasso e lercio con le sue mani unte e lercie ci ha preparato i suoi tacos e noi li abbiamo divorati seduti sul marciapiede lercio… e siamo sopravvissuti! Camminando per San Cristobal a mezzanotte mentre attraversavamo la strada Cesco ed io siamo stati “puntati” da una mitragliatrice enorme posizionata su un cingolato enorme e con un omino dotato di passamontagna enorme anche quello… improvvisamente ho sentito le mutande gonfiarsi… dalla parte sbagliata però! Abbiamo abbiamo abbiamo… non c’è più tempo e spazio… per fortuna il biglietto per Trieste era di andata e RITORNO! Buena noche.

 

 

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