Campo in Pal Piccolo – Giorno 4/5

In mattinata arrivano finalmente al campo Kubo e Fede, nonchè RR passato a farci visita; Potle se ne va con quest’ultimo, dopo aver passato le consegne a Kubo per il rilievo: grande Potle, ha lavorato veramente duro…

Anche Elisa, Lumo e Giusto abbandonano il campo, Lumo per lavoro e Giusto per farsi un giretto sul monte di fronte in compagnia di Roberta Tanduo del Gruppo Speleo Padovano: vuole controllare alcuni buchi in parete notati in luglio. Asciughiamo come ogni giorno al sole le nostre misere tute e rieccoci in grotta: Kubo e Celly iniziano a rilevare, odiandoci subito, gli orribili budelli da noi aperti ed esplorati ieri; Edox, Phil e Fede si inoltrano invece nelle gallerie basse, all’estremo limite della grotta. Io e Toni, nella parte iniziale della grotta, ci dedichiamo all’ostruzione che ci aveva bloccati ieri, poco prima di uscire: il lavoro viene portato a termine abbastanza velocemente, ma proprio mentre riusciamo finalmente a far precipitare i primi pietroni nel sottostante pozzo inesplorato udiamo misteriose voci provenire dal basso: sono Edox e Phil che si defilano evitando per poco il bombardamento…  le sinuosità della grotta ci hanno regalato l’ennesimo, imprevedibile bypass!

Non ci resta che scendere attraverso il nuovo pozzo nelle gallerie inferiori (risparmiandoci comunque una ventina di minuti di percorso sotterraneo) ed attendere l’arrivo dei rilevatori, teoricamente diretti verso di noi, mentre Edox e Phil escono all’esterno portandosi dietro Fede ormai surgelata. Scattiamo numerose foto ed esploriamo l’ennesimo cunicolo in risalita, mai notato prima, per una ventina di metri… Le ore passano, Celly e Kubo non si vedono. Iniziamo a preoccuparci sul serio e percorriamo la via principale setacciando la grotta senza trovarli. Giunti all’ingresso è ormai sera, non c’è anima viva… Corriamo al campo e fortunatamente vi troviamo i due bastardi che gozzovigliano allegramente! Stanchi e congelati erano usciti una mezz’ora prima di noi, convinti che ormai fossimo tutti fuori, ed ora stavano (dicono loro) ritemprando le forze per tornare a cercarci… Si cena ed inizia una  serata memorabile e molto alcolica, è l’ultima e non ha scopo risparmiare sui viveri, specie quelli pesanti come le bottiglie di Tequila e “Veleno dei Borgia”. Scopriamo anche che la presunta grappa al miele è in realtà vino, ma nessuno si lamenta troppo! Fede si ritira prudentemente in tenda e non dà più segni di vita, noi cantiamo fino a notte fonda. L’arrampicata per raggiungere l’amaca nel mio “nido d’aquila” è ardua, entrarvi assai di più: con un perfetto carpiato arricchisco la mia collezione di ematomi, poi alla fine la spunto. E dormo.

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