Mc Gyver a Baita

Oggi a Baita siamo io e Valerio-Mc Gyver…. il resto dei componenti di GC per questa domenica è svanito nel nulla, risucchiato nel Buco Nero degli impegni quotidiani, familiari e non. Poco male, per il lavoro che c’è da fare siamo più che sufficienti.001_esterno inizio lavori.JPG Ci caliamo nel nuovo buchetto (BA5) trovato l’ultima volta, per considerare la situazione e pianificare lo scavo. Fuori infuria la Bora, e nonostante le temperature siano abbastanza miti il clima sotterraneo è decisamente più confortevole. Per nostra fortuna, alla base del pozzetto c’è un sacco di spazio per accumulare detriti, quindi non sarà necessario portarli all’esterno.

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Speleologicamente parlando, “un sacco di spazio” è un concetto del tutto relativo, si sa, per cui lascio Valerio da solo ad iniziare il lavoro ed approfitto del tempo a disposizione per ridiscendere nella vicina grotta a terminare il rilievo di una saletta che la volta scorsa era sfuggita al buon Kubo. Visto che sono solo, e nessuno si lamenterà delle tecniche arcaiche di progressione, opto per una discesa veloce in scaletta ed arrampicata. Dopo il solito tour di pozzetti, pertugi e cunicoli, con una brevissima risalita raggiungo la stanzetta. Mentre sono dentro a sparare punti col Distox, sento distintamente i colpi di mazzetta di Valerio, nonostante la distanza in linea d’aria sia, ad occhio, di parecchi metri. Il ritmico “toc…toc…toc…” mi tiene compagnia per qualche minuto, quasi un cordone ombelicale tra il silenzioso ed immobile universo minerale che mi circonda ed il tepore della vita che continua a scorrere all’esterno. Una volta terminato il rilievo, me ne ritorno in superficie raggiungendo prima una festosa Ajka e subito dopo Valerio in zona lavori. Quest’ultimo non si è risparmiato, e scendendo quasi precipito nel vuoto creatosi dove prima si atterrava sul riempimento di terra e pietre… bel lavoro, caspita..! Adesso iniziamo la parte difficile, con le due paretine in concrezione che ancora impediscono l’accesso al vano invitante che si intravede poco più sotto. Mazza e punta… demolitore… mazza e punta… palanchino… demolitore… mazzetta… Il vento ulula all’esterno, senza sosta… Ajka è ranicchiata ben al riparo in una conca erbosa, e dorme tranquilla. Come da tabella di marcia, dopo un’oretta di lavoro finalmente si passa!

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Mi infilo, e raggiungo un fondo terroso perfettamente piano pochi metri più sotto… l’andamento è meandriforme, e sono avvolto dalle concrezioni. La polvere dello scavo, ancora in sospensione nell’aria, non mi permette di vedere molto, ma gattonando sul solido terriccio segnato da numerose crepe raggiungo una specie di inferriata medievale di stalattititi, oltre la quale l’ambiente si allarga… mi siedo, ed aspetto Valerio per procedere insieme.

 

 

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Strisciamo bassi sul terriccio, con le punte delle concrezioni che ci sfiorano la schiena (non vogliamo assolutamente danneggiarle) e ci ritroviamo, finalmente in piedi, in una simpatica saletta. Valerio è ovviamente entusiasta, e ci godiamo i brevi momenti di esplorazione prima di constatare che quella è la fine della grotta. Peccato, ma non’è che ci aspettassimo molto di più vista la totale mancanza di correnti d’aria. Siamo comunque soddisfatti, considerando il vantaggioso rapporto sforzo/risultati dal punto di vista estetico…

 

 

2 thoughts on “Mc Gyver a Baita

  1. ….E chi si aspettava di trovare questo spettacolo….oltre la strettoia…. :)))
    giornata impegnativa ma con un risvolto che ha compensato alla grande….per non parlare del super servizio fotografico di Ser Pippo :)
    Gran bella uscita !!
    Valerio.

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