La Saga di Ganbarù – Atto secondo: il post lockdown

E’ dal 10 marzo che sono blindato in casa. Tutto “sospeso”. Tutti cantano e mettono striscioni ai balconi. Andrà tutto bene! E si entra nel tunnel dell’alcolismo facendo aperitivi in remoto grazie a “Zoom”. Dalla finestra di casa mia guardo al Santuario di Monte Grisa e penso che lì dietro a 300 metri in linea d’aria c’è la grotta appena scoperta che ci aspetta … E’ lì a portata di mano, ma irraggiungibile. Fra lei e me un DPCM alla settimana. Ma forse le cose stanno lentamente per cambiare …

01 maggio

Il nuovo DPCM consente attività motoria all’interno del proprio Comune: a piedi. La grotta ricade in Comune di Trieste. Io abito in Comune di Trieste. SI PUO’ FARE! Il tempo è buono, studio il percorso e decido di raggiungere l’imbocco partendo da casa. Da Viale D’annunzio posso raggiungere Roiano e poi salire all’Obelisco percorrendo in salita la ripida e diretta “Scala Santa”, poi seguendo il costone arrivare fino alla Grotta del Monte Gurca e “scollinare” in direzione del Campeggio. Mascherina, zaino leggero e via, mi muovo. Passando per Via Udine e Roiano saluto Fabiute ed Edox affacciati alle finestre di casa: che sensazione assurda.

Un’ora e 45 di camminata a passo veloce e sono all’imbocco, abbastanza provato vista la forzata inattività. Tutto è come l’avevo lasciato e l’aria in uscita c’è ancora! Allungo fino a Kontovel per poter salutare anche il Potle e poi rientro in città passando per la Napoleonica … E’ dura (sembra un avvicinamento da montagna!), ma fattibile. Prox volta mi metterò il necessaire nello zaino e proseguirò nello scavo!

  03 maggio

Le regole sono ancora invariate e quindi …VIA! A piedi si va: se la montagna non va a Maometto, Maometto va alla montagna. Mentre purgo su per Scala Santa ripenso agli speleo d’altri tempi che narravano delle epiche “spedizioni” sul Carso fatte partendo all’alba da casa per raggiungere gli “Abissi” dell’altipiano con scale e corde in spalla, siamo ritornati indietro di 80-100 anni nell’arco di un mese …

Mi metto al lavoro, felice. Procedo nell’allargamento e pulizia raggiungendo buoni risultati. Nel pomeriggio mi raggiunge il buon Potle che prende in mano mazza e scalpello e novello Michelagnolo cesella la dura pietra carsica, mentre io rimango rispettosamente alla distanza di almeno 1 metro e mezzo prevista dal DPCM. Otteniamo buoni risultati. Allarghiamo l’allargabile, ma capiamo che per entrare nella frattura sono necessari mezzi più potenti e un fisico da Gollum: Pippo ed il suo perforatore!!! Lo dobbiamo allertare. Stasera lo chiamo e vedo di trasmettergli tutte le info necessarie. Finita la nostra opera ritorno a valle a piedi. Altre 2 orette e sono a casa. Doccia bollente e nanna.

05 maggio

Dopo aver ricevuto le mie indicazioni (e la posizione GPS), Pippo raggiunge lo scavo in solitaria, e rispettando anche lui le strette tempistiche dettate dal Coronavirus fa quello che deve fare. Entra nella frattura, allarga, spacca, frantuma e PERDE TUTTA L’ARIA. Probabilmente il detrito ha tappato i fori sottostanti, non rimane che andare a lavorare almeno in due la prox volta per ripulire tutto per bene e capire come poter proseguire.

10 maggio

Stavolta allo scavo siamo io e Pippo. Uno dentro ed uno fuori nel rispetto delle disposizioni Covid. Io di nuovo salito a piedi da Scala Santa, penso di aver già espiato le mie colpe per oggi, ma non è così. Pippo mi aggiorna brevemente “in loco” sul lavoro fatto 5 giorni prima poi si getta negli inferi e a mò di talpa con le sue mani grandi e possenti inizia a vomitare secchi di pietrame, uno dopo l’altro. Io fuori a tirar su secchi e a gestire la masiera: un secchio, 2 secchi, 10, 15 … sono stravolto.

Mi sembra di essere Topolino apprendista stregone alle prese con le scope che trasportano ipnoticamente centinaia di secchi pieni d’acqua. Invoco pietà. Non serve. Pippo prosegue fino a capire se e dove la grotta continua. In poche ore soltanto riusciamo a fare il lavoro di 3 giornate intere e nel tardo pomeriggio facciamo bingo: il pozzetto viene stappato e l’aria ritorna prepotente. Bisogna riallargare di nuovo però e parecchio per accedere ad un pozzetto verticale stimato sui 10 metri: stretto, ma percorribile.

Ci salutiamo e ritorniamo distrutti, ma soddisfattissimi alle nostre dimore. Io sempre a piedi dopo due ore riesco a farmi una doccia. Dormo il sonno dei giusti e penso a cosa possa esserci là sotto … Pippo avverte good vibrations … 

17 maggio

Ritorniamo all’attacco io e Pippo. Stesso schema della volta scorsa. Arrivo per primo a piedi (forse per l’ultima volta) ed inizio a ripulire parte dei detriti lasciati la volta scorsa. Pippo mi raggiunge e mi dà man forte dall’esterno. Dopo un’oretta: cambio! Pippo scende e con il suo magico attrezzo genera danni notevolissimi mentre io estraggo le ultime risulte da scavo col secchio e completo un’invisibile masiera.

E’ giunto il momento tanto agognato: Pippo prepara l’attacco d’armo e si fa passare la scaletta in alluminio. Scendiamo il pozzo! E’ stretto, fastidioso, ma gestibile. Tutto è concrezionato. Moltissimi animali troglobi dappertutto, dai lumaconi alle cavallette con gli immancabili ragni metamenardi, ma tutti se ne stanno alla giusta distanza. Alla base del pozzetto Pippo mi aspetta col sorrisone e mi dice: CONTINUA!

Io mi accuccio guardo nell’angolo ed intravedo l’imbocco concrezionato e percorribile di un nuovo salto sui 2-3 metri. Siamo felicissimi. Privi di materiali e vista l’ora anche per oggi la chiudiamo qua. Usciamo imprecando dal pozzettino d’ingresso in arrampicata e ci salutiamo. Mentre ritorno a valle scrivo e comunico via whatsapp al Gruppo: la grotta continua! Prox volta si esplora!  Tutti entusiasti mi tempestano di domande. Alla sera distrutto vado a nanna pensando che è una grotta “giusta”: pretende grossi sforzi, ma alla fine ad ogni uscita concede quel tanto che permette di avanzare più in basso … chissà dove avanzeremo la prox volta!  

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