Tassozero

Negli anni ’80, sulle alture nord occidentali dell’Ermada avevo visitato una breve galleria artificiale, risalente alla prima guerra mondiale, il cui scavo nella parte finale aveva intercettato una fessura naturale in roccia viva dalla quale soffiava una notevole corrente d’aria; non avendo all’epoca i mezzi per portare a termine uno scavo del genere, e tenuto conto della frequente presenza in zona dei poco amichevoli “Graniciari”, avevo mestamente accantonato il progetto.

Un’improvvisa epifania mattutina, a quasi quarant’anni di distanza, mi ha riportato alla mente le immagini e le sensazioni di quel giorno e così, il 27 gennaio del 2022 mi sono detto: “Perché non tornare a vedere il posto con i mezzi e l’esperienza di oggi??”.

E così prendo Mila con me e parto, dopo aver esaminato le immagini Lidar della zona per individuare con più facilità i vari ingressi di bunker presenti; infatti non ricordo assolutamente il punto preciso in cui si apre quella particolare galleria, visto che non avendo intenzione di tornarci non mi ero preoccupato di segnarmelo con esattezza… errori di gioventù…

Inizio così una lunga e minuziosa ricerca, che mi frutta alcuni chilometri di inutile vagabondaggio sulle massime pendenze e zero risultati: tutti gli ingressi che trovo non somigliano per niente alle nitide immagini dei miei ricordi, maledizione!

Alla fine, però, qualcosa di interessante salta comunque fuori: proprio in una delle discontinuità evidenziate dal Lidar, scopro una notevole tana di tassi al cui imbocco erba e ragnatele si scuotono violentemente senza posa… eh si, c’è una forte corrente d’aria entrante, ma proprio tanta!

La temperatura esterna è sui 5 gradi, quindi si comporta da ingresso basso, ma al di sopra e tutto attorno non trovo traccia di flussi d’aria in uscita o di umidità… Molto, molto bizzarro… bisognera tornare a darci un’occhiata!

02/02/2022

Sono nuovamente sul posto con la fedele Mila e con un collega di lavoro, in stile “Speleo per un giorno”, ovvero il buon “Jure Naso”, che si è gentilmente ed incautamente proposto come manovale…

Per prima cosa esaminiamo i dintorni ed alla fine, a ben 50 metri di distanza, individuiamo effettivamente una zona di alcuni metri quadrati in cui, da più punti, fuoriesce aria calda e tutto è inzuppato di condensa: si tratta sicuramente di una parte dell’aria che entra dalla sottostante tana, però un breve scavo di assaggio evidenzia la mancanza di pareti solide… un delirio di detriti mobili che lascia passare l’aria ma non invoglia minimamente ad uno scavo serio.

Iniziamo così lo svuotamento dei detriti all’imbocco della tana, rimuovendo dal saltino iniziale parecchi secchi di terriccio e pietrisco e demolendo ed estraendo un masso di circa 300Kg costituito in gran parte da breccia calcarea.

Riesco così ad infilare la testa in un cunicolo in parte concrezionato che si dirama in due direzioni opposte, entrambe percorse dall’aria in entrata… verso SE si estende quasi transitabile per almeno sei metri, e per avanzare basterà spostare un po’ di terra e qualche pietrone, dal lato opposto la situazione sembra più complicata… ovunque tracce di passaggio dei tassi.

08/02/2022

Oggi sullo scavo sono da solo, se si eccettua Mila che però non può collaborare granchè ai lavori e rimane all’esterno ad occuparsi di misteriose faccende canine. L’avanzamento è semplice, il terriccio è abbastanza morbido, ma il fatto di dover trascinare sino all’esterno ogni singolo secchio o pietrone strisciando a ritroso nel cunicolo complica parecchio le cose…

Dopo ore di sforzi giungo in un punto dove l’aria viene violentemente risucchiata in tre differenti direzioni, tutte strette ed intasate… la più logica punta direttamente verso il basso, tra la parete ed il riempimento su cui sono disteso da ore… un riempimento che, a quanto posso ora vedere, è di uno spessore allarmante… mentre studio il da farsi, un improvviso rumore di zampe mi coglie alle spalle…

Per mia fortuna non si tratta di un Tasso vendicativo per la violazione del suo domicilio, ma bensì di Mila che, stufa di aspettarmi, si è decisa a superare con un balzo il pozzetto d’accesso e mi ha raggiunto lungo il cunicolo per incitarmi insistentemente ad uscire… in effetti il tempo è volato, e fuori è già buio. E’ tempo di tornare a casa e riflettere sul da farsi.

26/02/2022

Oggi tocca a Kubo accompagnarmi, e Mila ci precede fieramente lungo il sentiero oramai ben noto.

Vista l’entità dello scavo, ho deciso di tralasciare temporaneamente il ramo disostruito la volta scorsa e fare prima un tentativo dal lato opposto, ancora inviolato. Invio numerosi secchi di terra e pietrisco al buon Kubone, liberando vari vuoti senza ottenere particolari risultati sino a quando, tolte alcune pietre, mi ritrovo dinanzi una gran quantità di fieno compattato: è il giaciglio dei tassi, e anche l’odore acre lo conferma… ma dei proprietari neanche l’ombra.

E’ una faccenda sulla quale sto meditando sin da quando ho iniziato i lavori: la grotta in cui mi trovo è stata evidentemente adattata e modificata con scavi faraonici da generazioni di tassi per innumerevoli anni, eppure non vi è traccia alcuna dei simpatici mustelidi… temo che la presenza nelle immediate vicinanze della tana di una vasta e frequentatissima postazione di caccia possa avere avuto qualche peso nella faccenda…

In ogni caso il fatto mi dà l’ispirazione per il nome della cavità, passando dalla sterile sigla iniziale (HNW1) al più simpatico “Grotta Tassozero”! Fatte due risate con Kubo, mi accingo ad estrarre il covone di fieno dalla sua collocazione ed ecco che, improvvisamente, come se avessi tolto un vero e proprio tappo, si innesca una terrificante corrente d’aria anche in questo punto della grotta! Il nuovo passaggio parte deciso verso l’interno della collina, e dopo brevi lavori di svuotamento riesco finalmente ad entrare.

Solo adesso capisco la reale morfologia della cavità, sinora celata dal colossale riempimento: una grande frattura, quasi verticale, di cui posso vedere solamente una delle pareti: sul lato opposto una notevole frana, in cui la grandezza di alcuni blocchi ha lasciato liberi i vani di differenti dimensioni in cui mi sto muovendo. Riesco a scendere di una quindicina di metri, sempre seguendo la corrente d’aria, aprendomi la strada spaccando lame e spostando massi, sino a giungere in un ambiente finalmente largo e comodo.

Ormai è tardi, sono stanco ed ho anche perso la corrente d’aria che sin qui mi aveva guidato, per cui ripercorro a ritroso come una scolopendra i vani precedentemente scesi ricongiungendomi col Kubone che, nel frattempo, si è dilettato a sistemare i materiali di risulta all’esterno.

06/03/2022

Oggi con me ci sono Kubo, Edox e Andrea Miglia con Diana. Scendiamo in ordine sparso, disostruendo ed esplorando vari rametti laterali che incrementano notevolmente lo sviluppo della cavità senza però portare grandi novità esplorative; un ramo in particolare mi riporta proprio sotto alla prosecuzione che avevo temporaneamente abbandonato all’inizio, confermando che, alla fin fine, tutti i vari punti aspiranti convergono in un unico flusso… ma dove va ad infilarsi quest’ultimo??

E’ presto detto: un varco tra la parete e la frana, proprio sul fondo. Iniziamo il lavoro, a mazza e punta e demolitore a batteria… la particolare morfologia del luogo consiglia cautela e delicatezza. Finalmente riesco ad infilarmi in un ulteriore saletta… il fondo è completamente intasato dal pietrame collassato contro la parete di roccia ma l’aria passa eccome…

Dopo alcuni tentativi, riesco a lanciare una pietruzza nell’interstizio giusto e la sento precipitare per almeno una dozzina di metri nel largo… il lavoro di svuotamento si presenta piuttosto impegnativo ma è decisamente imprescindibile! Non resta che tornare in forze…

20/03/2022

La squadra odierna è composta dal solito trio, ovvero Kubo, Edox ed il sottoscritto. In più, special guest, è con noi Umbertino Mikolic. All’esterno Ambra e l’amica Elena Cau, con Mila, passano per un breve salutino. Entriamo agguerriti, e dandoci il cambio in qualche ora spostiamo una notevole quantità di pietrame riuscendo dopo molti sforzi a sfondare: si scende con molta circospezione, aggarappandoci nostro malgrado su un paio di grandi macigni incastrati tra parete e frana, senza un granchè di appoggio sotto, che sembrano reggere (e speriamo ardentemente continuino a farlo) proprio quest’ultima…

Ci ritroviamo così ad una trentina di metri di profondità in quello che, sinora, è l’ambiente più vasto di questa grotta; si tratta però di una soddisfazione di breve durata in quanto il pavimento si ricongiunge quasi subito all’ormai ben nota parete, sempre liscia e rettilinea. A destra ed a sinistra non si vede una fine, e solo l’impossibilità di continuare ad infilarsi nei vuoti tra un masso e l’altro ci fa desistere dopo decine di metri di sforzi e contorcimenti…

Verso il basso invece, in un punto ben definito, tutta l’aria si infila impetuosa nel solito varco inclinato, ora strettissimo e lungo a vista circa sei metri, tra frana e parete… purtroppo, per colmo di sfiga, ora il detrito è completamente cementato dalla calcite… sul fondo non si intravede nemmeno una parvenza di slargo: ci guardiamo mesti, ed è chiaro senza bisogno di discuterne che nessuno di noi ha intenzione di intraprendere un lavoro del genere.

Peccato, perché rimarrà il mistero sul percorso di questo notevole flusso d’aria che, diretto necessariamente verso l’esterno e verso zone a quota maggiore rispetto all’ingresso, a trenta e passa metri di profondità continua imperterrito a puntare verso il basso. Sino a dove? Boh.

16/02/2024

Sono passati quasi due anni, e finalmente qualcuno si è deciso a fare il rilievo di Tassozero…

Quel qualcuno è proprio Umbertino “millerilievi” Mikolic, che pur non facendo parte del nostro gruppo negli ultimi tempi sta mettendo una pezza alle gravi carenze rilevatorie di Kubo e Potle.

Il buon Umbertino in realtà sarebbe già dovuto scendere nella grotta in solitaria la scorsa settimana, ma ha trovato l’imbocco ostruito, forse da una frana dovuta alle piogge dice lui…

La cosa mi ha molto sorpreso, vista la cura con la quale sono stati sistemati i materiali all’esterno, per cui oggi ho deciso di accompagnarlo per capire cosa sia successo e per dargli anche una mano nello scavo.

Giunti sul posto resto esterrefatto… sono venuti con una scavatrice? E’ forse esploso un ordigno della prima guerra mondiale?? Peggio, molto peggio… sono tornati i Tassi!!!

Smuovo ingenti quantità di terra e pietre anche piuttosto pesanti che Umbertino smaltisce all’esterno, in un ambiente completamente irriconoscibile, finchè finalmente individuo un passaggio noto, sbucando nel vano dove i laboriosi animaletti durante i lavori di ristrutturazione della loro tana (portati a termine senza usufruire di alcun superbonus) hanno ricavato una lussuosa latrina della quale hanno fatto un uso smodato… Oltre si estende la grotta.

La nostra felicità è al culmine, mentre superiamo il fetente passaggio iniziando un rilievo che durerà molto a lungo vista la complessità degli ambienti che, complessivamente, superano i cento metri di sviluppo. Usciamo col buio pesto, e fa anche un freddo cane, ma almeno un altro lavoro è stato finalmente portato a termine.

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