Pozze di morte

In Friuli Venezia Giulia è allarme  siccità.

Anche a Trieste, oramai da due mesi, imperversa un caldo torrido senza soluzione di continuità.

Il torrente Rosandra è da tempo asciutto, solo la Fonte Oppia, nel tratto più basso della Valle, offre un fiotto d’acqua fresca per la fauna ittica. A monte sporadiche e asfittiche pozze  acquitrinose di color verde nerastro odorano di morte: trote boccheggianti, un ribollire di rane e rospi ……qualche serpente ringrazia per il facile banchetto!

Ed è  in questa atmosfera quasi surreale che pensiamo di far visita alla grotta delle Ninfe o Antro di Aligi come chiamata dai primi scopritori, supponendo di visitarla senza attrezzatura subacquea.

Nel primo tratto  illuminato dalla luce esterna, tra resti di fuochi e rifiuti, il piccolo corso d’acqua che generalmente attraversa la cavità è completamente secco.

La volta si abbassa rapidamente fino a lasciare un passaggio assai angusto generalmente allagato, strisciamo per una decina di metri in lieve discesa su soffice sabbia. Una ranocchia ed un rospo fanno da guardia allo specchio d’acqua gelida che incontriamo subito dopo.  Dopo quaranta metri percorsi gattonando nella acqua,  i pochi centimetri di pelo libero che vediamo più avanti non consigliano di di spingersi oltre, mancherà forse solo qualche metro per la stanza terminale ma desistiamo ……forse anche per non disturbare due timidi gamberi che indietreggiano spaventati.

Potle und Toni

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