Medeazza: touch & go.

Domenica 12 dicembre ci ritroviamo numerosi in Piazza a Prosecco per effettuare un’uscita di “assaggio” nei pressi di Medeazza: Guido, un amico di mio padre, coltiva ulivi e ci ha segnalato la presenza di una possibile grotta in uno sprofondamento in mezzo al terreno di suo proprietà. Ovviamente alla possibilità di esplorare qualcosa di nuovo la fantasia vola e quindi pieni di entusiasmo alle 09.30 spaccate arriviamo a destinazione.

Salutiamo Guido e ci facciamo illustrare lo sprofondamento: un buco c’è, ed è già transitabile! Un attento esame nei pressi rivela anche un altro buchettino sospetto ed assai soffiante sul lato opposto dell’avvallamento. Ci guardiamo, sorridiamo e ci suddividiamo spontaneamente in 2 squadre. Pippo entra per primo nel pozzo: 4 metri scarsi con aria in aspirazione. Buh, chi lo sa … Forse. Nel frattempo Edox attacca l’altro buchettino operando un’accurata opera di “pulizia frasche” assieme a Bonni. Pippo esce dal pozzetto e si dedica allo scavo del buchetto assieme agli altri due compari mentre l’incontenibile Potle entra nel pozzetto ed inizia a scavare sul fondo supportato da Phil e Zdenka a fare da passasecchi. Io mi limito a tirar su la risulta dello scavo rimanendo pigramente all’esterno. Continuiamo così un paio di orette con buon ritmo. Mio padre sparisce assieme al buon Guido e ad ora di pranzo ritornano con una bottiglia di vino. Ottimo! Pausa pranzo.

 Tiriamo le somme. Il buchetto che abbiamo disostruito ex-novo è percorso da un flusso d’aria in uscita quasi sicuramente proveniente, tramite orrida fessura, dal pozzetto già percorribile sul lato opposto dello sprofondamento, meglio quindi fermarsi ed annichilire lo scavo appena fatto. Potle insiste invece a voler scavare ancora almeno sul fondo del pozzetto e cerca di spronare i presenti che lo irridono ripetendo che ormai gli standard esplorativi sono elevatissimi, citando il Kilometro di gallerie in Pal o il pozzacchione del Firn. Potle si mette dunque a sedere sull’unico tratto del muretto a secco instabile e sotto gli occhi stupiti di Guido gli rasa col sedere un paio di metri lineari del prezioso manufatto. La squadra compatta non si muove e come da rituale inizia a sghignazzare a tutto spiano irridendo il tapino che con faccia bronzea, ostentando indifferenza totale, continua a discorrere della rava e della fava come se nulla fosse successo mettendosi a ricostruire la muraglia cinese in 5 minuti scarsi sotto lo sguardo esterefatto del “signor Guido” basito dalla velocità con cui si stanno svolgendo i fatti: fuori da ogni suo possibile controllo.

Satolli e un pò alterati dal vinello riprendiamo i lavori al fondo del pozzetto per un’ulteriore oretta, quindi decidiamo di chiudere i giochi. Io mi dedico amorevolmente a concludere l’ennesima masiera. Qualcun altro rasa perfettamente l’altro scavo. Sistemiamo la nostra roba e da professionisti chiudiamo la vicenda sul nascere: possibilità nuova grotta esaminata e bocciata. 2 scavi eseguiti ed archiviati con consueta masiera “ritual”. Rinvenuto uno scheletro di cane: tumulato. Giocato a Vlad l’impalatore: nessuna vittima. Massacrati da stormi di Black Flies: tentativi di eliminarle molti, risultati nulli. La grotta non è “sviluppabile” se non artificialmente per cui: GAME OVER. Soddisfatti per la rapidità della cosa ce ne torniamo a casuccia. Abbiamo altre possibilità da esaminare e siamo decisamente viziati. Un grosso grazie a Guido per la segnalazione! Ricambiamo con un sentito: “Buone olive”!!!

Hanno partecipato: Pippo, Bonni, Zdenka, Edox, Phil, Potle, il sottoscritto e mio padre “Cico”, tutti ospiti del “signor Guido”.

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