Firn, " Vivo o morto X"

“ Giusto te se la senti de far 2 uscide in Firn in 4 giorni o xe troppo stancante fisicamente per ti???

Porre questa domanda a Giusto è come chiedere a qualche politico se è favorevole che qualcuno gli paghi il mutuo della casa, gli compri un SUV o se è disponibile a farsi pagare profumatamente per sfilare in perizoma… è importante per far girare l’economia… così martedì mattina alle 7 partiamo in 2 verso Sella Nevea. Ormai non speriamo più nel meteo buono, ci accontentiamo che non diluvi, questo sì! All’ingresso infatti inizia a piovere e se già cambiarmi sotto la pioggia sul carso mi farebbe girare le balle figuriamoci a 2220 mt sul Canin. Io non oso abdicare, non voglio passare per metereopatico, Giusto si limita a chiedermi se sono convinto, in realtà parlava a se stesso secondo me, ci guardiamo negli occhi e nel silenzio della montagna ci caliamo dentro il Firn. Il più è fatto! Se sei dentro a -10 e stai scendendo ormai sei a cavallo, il tuo cervello si sta autoconvincendo che in profondità troverai caldo, confort e chissà…forse anche figa!

A -310 circa raggiungiamo il punto dove inizia il primo dei pozzi da scendere che in base a una mia teoria speleo-esplorativa-intuitiva dovrebbe essere un P140 che si ricongiunge sullo Scabar a -450 dove avevo visto un bell’arrivo. Si rivela un P25 scarso che termina in una bella stanzetta asciutta senza minima possibilità di prosecuzione, visioniamo anche una finestra in parete che termina anch’essa quasi subito. Beh poco male verrebbe da dire, tanto abbiamo altre cose da vedere, se non fosse che il week end precedente dopo aver fatto foto sul pozzo nel tratto da -300 a -500 era stato tutto disarmato! Se a questo aggiungiamo che a -450 ci sarebbe un’altra finestra da vedere che per il momento era stata messa in stand by poiché richiede una lunga risalita… beh non resta altro che riarmare nuovamente e togliersi dalla mente questi 2 punti interrogativi esplorativi, ma non oggi! Oggi abbiamo ancora in programma l’esplorazione di un altro pozzo che si trova poco distante da noi quindi rimandiamo il riarmo alla prossima uscita.

Il secondo pozzo invece ci mostra da subito le sue eventuali potenzialità… dopo i primi 10 metri circa in verticale, si appoggia su una stupenda frana dalle grande dimensioni che scarica a più non posso ma gli ambienti sono abbastanza grandi e un minimo di disgaggio e di attenzione sono sufficienti. Dopo 40 metri circa però il tutto si restringe come un bell’imbuto, un uomo passa – hai voglia! – ma qualsiasi sasso smosso o caduto da solo dall’alto punterebbe immancabilmente verso le nostre teste senza alcuna possibilità di scampo, e la maggior parte di questi sassi pesano qualche decina di kili. Facciamo un po’ di pulizia ma visto anche l’abbondante stillicidio presente “nell’imbuto” decidiamo di tornare un’altra volta quando la portata d’acqua sarà minore e dopo un disgaggio adeguato. Battezziamo il pozzo “ Vivo o morto X” e per oggi scegliamo la prima possibilità… Come il signor Murphy ci insegna, un pozzo così di merda non può essere un banale P50 o giù di lì… perché dal rumore che fanno i macigni che facciamo cadere verso il basso nonché dai secondi di caduta libera occhio e croce sotto di noi il pozzo prosegue per almeno altri 150 metri! Impossibile far finta di niente ma anche impossibile scenderlo subito, così la discesa del “Vivo o morto X” è rimandata a data da destinarsi. Il ramo Spartan del Firn continua a darci sempre nuove e belle sorprese e noi che pensavamo di buttarci già quest’anno nel Black Hole… Non resta che uscire sotto un bel cielo stellato e calarsi subito verso Sella Nevea visto che il Gilbo è chiuso, così almeno per una notte umida di ottobre il paese fantasma ha avuto 2 abitanti… non paganti. Alla prossima.

3 thoughts on “Firn, " Vivo o morto X"

  1. Mai dire mai caro Caio…prima o poi riverò a convinzerte a farte un giretto in Firn! E poi esisti veramente figa in profondità…non te stago ciolendo pel cul!

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